Arte, artigianato e tradizioni

Sulle orme di Alberto Burri

Città di Castello (Perugia, Alta Valle del Tevere Umbria) ha dato i natali a uno degli artisti più sensibili e originali del Novecento, il pittore Alberto Burri. Ancora oggi chi si reca nella cittadina umbra può approfittarne per conoscere questo straordinario artista confrontandosi faccia a faccia con le sue opere astratte, dense di significati e frutto di tecniche insolite.

Dagli orrori della guerra alla liberazione dell'arte

Ufficiale medico, Alberto Burri viene fatto prigioniero di guerra dagli americani nel 1940; proprio durante la prigionia si accende in lui il sacro fuoco dell'arte, che non lo abbandonerà più. Inizia così un personale percorso di ricerca di soluzioni e tecniche nuove che fondono il colore con la materia: sacchi di iuta, rami, resine plastiche e poi ancora ferro, ceramica e blocchi di cemento bianco interagiscono con la pittura in opere di grande impatto, come il Cretto che ricopre quel che resta della terremotata Gibellina.

Due esposizioni per un grande artista

Rimasto sempre legato alla natia Città di Castello, qui Alberto Burri inaugurò la propria fondazione nel 1978 e due sedi espositive ospitano oggi la maggior parte dei suoi lavori: Palazzo Albizzini, allestito nel 1981, e i suggestivi ex Seccatoi del Tabacco, un complesso industriale riconvertito a cornice artistico-culturale nel 1990.

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