Arte, artigianato e tradizioni

Una Basilica di "guardia" alla fede dell'Alta Valle del Tevere

Il santuario della Madonna del Transito di Canoscio, a circa 10 Km dal centro storico di Città di Castello (Valtiberina umbra, Perugia)

L’Eremo di Canoscio si staglia nel cielo, ben visibile anche dalla grande strada che va verso nord, oltre gli Appennini: prima di arrivare a Città di Castello, la grande chiesa è fuggente, come la velocità delle automobili e può sembrare una figura come tante in Italia. Per decidere una deviazione ci vuole solo la conoscenza della storia di una delle opere d’arte, e della fede, profusamente presenti nel suolo dell’Italia.

Un po’ di salita, allora, e si arriva in un punto alto, isolato, già lontano dal mondo, un posto magico, con un bellissimo paesaggio intorno. E dire che l’eremo di Canoscio dista solo dieci chilometri da Città di Castello, da una grande città medievale e rinascimentale, ma sono stati dieci chilometri percorsi, dal Trecento, dalla sua fondazione, da migliaia, forse milioni, di pellegrini che vi andavano a chiedere la grazia alla Madonna.

Lì, a Canoscio, la Madonna è raffigurata nel "transito”, non momento cioè del passaggio tra la vita terrena ed il Cielo del suo Figlio, Gesù. Quante storie si sono intrecciate davanti a quell’immagine, soprattutto donne in visita alla Madonna, donne incinte, che chiedevano la protezione per le proprie creature

Ma se la Basilica, il santuario della Madonna del Transito di Canoscio di Città di Castello, forma l’aspetto più grande del luogo, ecco che nei dintorni sorge la Pieve, il nucleo originale della fede della Valnerina, costruita nel Dodicesimo secolo. Intanto è stata dedicata a Cosma e Damiano, due gemelli dell’Est, santi e nello stesso anche medici, che operavano, lo ricordano in maniera puntigliosa le cronache, in modo assolutamente gratuito. La dedica ai due gemelli si comprende guardando un ciclo di dipinti della Pieve, dove viene raccontata la vicenda della Grande Peste del Trecento, che stava sterminando la popolazione italiana: la Madonna, col suo manto caritatevole, vuole coprire il popolo sofferente, facendosi aiutare dai due medici, già Santi, sia per l’Oriente che per l’Occidente. All'interno della Pieve basta girare gli occhi ed ecco la scena riportata dagli affreschi cambia diametralmente i concetti: la Madonna ritorna mamma amorosa, la mamma di Gesù riprodotta nell’azione di allattare il Pargolo Divino.

La Pieve è una chiesa votiva, vista dai fedeli come luogo terminale dopo il ricevimento di una grazia importante. Ed una volta giunto lì il fedele doveva avere anche un quadro prospettico dei grandi misteri della religione cristiana, della sua religione, coi tanti affreschi, che, come dicono gli studiosi (una è Sandra Fiordini) diventano un vero biblia pauperum, un libro dei poveri, una funzione educativa per chi non aveva davvero molte occasioni di andare oltre alla parola nella identificazione delle vicende che legavano Cielo e Terra.


Foto tratta dal sito ufficiale del Santuario Basilica Madonna del Transito di Canoscio - Città di Castello

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